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Futuri genitori e decisioni relative al parto: come superare «l’illusione della scelta»

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    Alliance Enfance
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Nonostante gli sforzi per coinvolgere maggiormente i futuri genitori nelle scelte relative al parto, diversi studi sottolineano che il processo decisionale condiviso in maternità rimane insoddisfacente, arrivando talvolta a suggerire una vera e propria «illusione della scelta». Questo articolo mette in luce queste tensioni e esplora le possibili vie per favorire una comunicazione più costruttiva tra genitori e équipe curante nella preparazione alla nascita.


Kinder die ohne Spielzeug spielen und lachen.
Foto: Olivia Anne Snyder | unsplash.com

Un contributo di Anne-Sylvie Diezi e Antje Horsch, Istituto per la formazione e la ricerca in cure infermieristiche e Dipartimento donna-madre-bambino, Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV) e Università di Losanna


Parto: tra desiderio di naturalità e necessità di sicurezza

Nel discorso prevalente domina l’idea del parto naturale, dove le donne sono incoraggiate a svolgere un ruolo attivo. Per molte, la nascita diventa quindi una ricerca di realizzazione personale, alimentata da aspirazioni e aspettative. Nella pratica, tuttavia, la sicurezza rimane una priorità, e la maggior parte delle coppie sceglie di partorire in ospedale. Questa realtà illustra il paradosso che i futuri genitori devono affrontare nel tentativo di soddisfare le aspettative di una «nascita riuscita»: trovare un equilibrio tra autonomia e accettazione degli interventi medici ritenuti necessari per garantire la sicurezza.

 

Verso una comunicazione basata sulla collaborazione

Per superare questi limiti, l’approccio della filosofa Annemarie Mol si rivela particolarmente pertinente nel contesto dell’ostetricia. Invitando a collocare le decisioni sanitarie in una «logica della cura» piuttosto che in una «logica della scelta», suggerisce che tali decisioni non vadano considerate come atti isolati, ma come parte di un processo continuo, in grado di adattarsi agli imprevisti che possono verificarsi nei percorsi di cura.

 

Sostenere l’autonomia dei genitori significa quindi innanzitutto instaurare un rapporto di fiducia basato sulla collaborazione e supportato da una comunicazione trasparente e continua. Ciò implica considerare i futuri genitori come interlocutori chiave durante tutto il loro percorso, rispettando le loro aspettative e sollevandoli dal peso di assumersi da soli la responsabilità delle decisioni.

 

Riferimenti

  • Begley, K., Daly, D., Panda, S., & Begley, C. (2019). Shared decision-making in maternity care: Acknowledging and overcoming epistemic defeaters. J Eval Clin Pract, 25:1113-1120. doi.org/10.1111/jep.13243 

  • Nicholls, J., David, AL., Iskaros, J., & Lanceley A. (2022). Patient-centred consent in women’s health: does it really work in antenatal and intra-partum care?. BMC Pregnancy Childbirth, 22:156. doi.org/10.1186/s12884-022-04493-6 

  • Jomeen, J. (2012). The paradox of choice in maternity care. Journal of Neonatal Nursing, 18:60-62. doi.org/10.1016/j.jnn.2012.01.010 

  • Diezi, AS., Vanetti, M., Robert, M., Schaad, B., Baud, D., & Horsch A. (2023). Informing about childbirth without increasing anxiety: a qualitative study of first-time pregnant women and partners' perceptions and needs. BMC Pregnancy Childbirth, 23(1):797. doi.org/10.1186/s12884-023-06105-3 

  • Yuill, C., McCourt, C., Cheyne, H., & Leister N. (2020). Women's experiences of decision-making and informed choice about pregnancy and birth care: a systematic review and meta-synthesis of qualitative research. BMC Pregnancy Childbirth, 20:43. doi.org/10.1186/s12884-020-03023-6 

  • Mol, A. (2009). Ce que soigner veut dire. Repenser le libre choix du patient. Presses des Mines, Paris.


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