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Progetto internazionale di ricerca sulla salute mentale delle donne in gravidanza

Gli studi dimostrano che circa la metà dei bambini nati da madri affette da depressione ha un rischio maggiore di sviluppare a sua volta problemi psicologici. Il progetto Orizzonte Europa «HappyMums» studia i meccanismi biologici alla base di questo fenomeno e le modalità più sicure per assistere madre e figlio. Il progetto su larga scala, condotto dall’Università di Milano, vede la partecipazione di 17 università e organizzazioni, tra cui gruppi di ricerca dell’Università di Zurigo.


Foto: Freestocks | unsplash.com

Una donna su dieci soffre di depressione durante la gravidanza. Spesso la malattia non viene trattata e può avere effetti negativi sul bambino. Nell’ambito del progetto internazionale su larga scala «HappyMums», i ricercatori dell’Università di Zurigo UZH, stanno analizzano le interazioni biologiche e cercando metodi di trattamento sicuri.


I cambiamenti ormonali e fisici durante la gravidanza, la storia personale, i problemi sociali o finanziari possono dare origine a depressione e ansia. Se il disturbo non viene trattato, non solo grava sulla madre, ma può anche avere un impatto negativo sul parto e sul bambino.


Le ragioni per cui le persone colpite spesso non vengono curate sono diverse: da un lato, è difficile diagnosticare la depressione durante la gravidanza, dall’altro, le opzioni terapeutiche sono limitate. Per la maggior parte dei farmaci, ci sono pochi e contraddittori studi sugli effetti che questi hanno sulle donne in gravidanza e sul nascituro. Un fattore che complica la ricerca è che la stessa depressione materna può avere un impatto dannoso sul bambino, rendendo difficile individuare cause chiare quando si indagano gli effetti collaterali dei farmaci. I ricercatori devono quindi comprendere i meccanismi biologici alla base della depressione prima di poter sviluppare nuove terapie.


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