L’ultimo rapporto “Starting Strong” dell’OCSE esamina come ridurre le disuguaglianze attraverso investimenti nella formazione, nell’educazione e nell’accoglienza della prima infanzia e presenta una tabella di marcia a tal fine. Le/Gli autrici/tori sottolineano che i paesi dell’OCSE dovrebbero fare di più per migliorare la qualità delle offerte, combinare offerte mirate con quelle universali e perseguire approcci intersettoriali.

Il rapporto indica chiaramente che i bambini particolarmente svantaggiati hanno meno probabilità di beneficiare delle offerte destinate all’educazione e all’accoglienza della prima infanzia. Ciò è dovuto a diverse ragioni, come la mancanza di informazioni, i costi eccessivi a carico dei genitori o le barriere culturali. A ciò si aggiunge il fatto che i bambini svantaggiati hanno maggiori probabilità di accedere a servizi di bassa qualità. Nel complesso, l’OCSE critica la mancanza di un ulteriore sviluppo della qualità e chiede un maggiore impegno in tal senso.
Il rapporto ribadisce quanto gli investimenti nella prima infanzia siano economicamente vantaggiosi, in quanto evitano disuguaglianze successive e, di conseguenza, la necessità di interventi più costosi. Sebbene negli ultimi vent’anni molti Paesi abbiano ampliato l’offerta educativa per la prima infanzia, molti bambini continuano a rimanere indietro, con notevoli differenze nei risultati scolastici a seconda dello status socioeconomico.
Con questo rapporto l’OCSE presenta una “tabella di marcia” per i responsabili politichi, volta a ridurre tali disuguaglianze e a garantire una maggiore inclusione. Due misure risultano particolarmente rilevanti:
Gli Stati dovrebbero combinare approcci universali e mirati per quei bambini che risultano essere maggiormente svantaggiati: questi ultimi includono, ad esempio, misure speciali per i bambini colpiti dalla povertà, con barriere linguistiche o con altre difficoltà. Ciò richiede sia programmi di studio basati sulle evidenze che personale altamente qualificato.
In secondo luogo, i Paesi dovrebbero adottare un approccio intersettoriale (cross-sectoral). La frammentazione dei servizi per la prima infanzia rende più difficile l’accesso alle famiglie. L’OCSE raccomanda pertanto di integrare l’educazione della prima infanzia con i servizi sanitari e sociali. I programmi OCSE dovrebbero lavorare in collaborazione con i genitori e sostenerli nelle loro competenze educative.
Infografica: Il percorso per garantire le pari opportunità nella prima infanzia (OCSE, 2025)
In Svizzera si possono citare a questo proposito gli sforzi di Alleanza Infanzia e di numerosi partner per rafforzare la “rete incentrata sulla famiglia”. Inoltre, la roadmap dell’OCSE ribadisce le raccomandazioni della Commissione svizzera per l’UNESCO per una politica della prima infanzia, già pubblicate nel 2019, che seguono anch’esse un approccio integrato a tutte le politiche che riguardano i bambini e le famiglie.
Ulteriori informazioni
OECD (2025), Reducing Inequalities by Investing in Early Childhood Education and Care, Starting Strong, OECD Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/b78f8b25-en
Sito web dell’OCSE dedicato al rapporto con infografiche, ecc (in inglese)
Starting Strong VII: responsabilizzare i bambini nell’era digitale (News, 18.12.2023)
Commissione svizzera per l’UNESCO (2019): Per una politica della prima infanzia. Un investimento per il futuro
COFF (2021): Policy Brief: L’asilo nido: un’istituzione esclusiva? (in francese, in tedesco)
Forte insieme, fin dal principio: pari opportunità di partenza per tutti i bambini (News, 23.04.2024)