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Perché il caos a volte è utile: i bambini bilingue comunicano in modo diverso da quelli monolingue

Il plurilinguismo cambia molte cose nella vita dei bambini, ad esempio il modo in cui comunicano. Le differenze tra bambini monolingue e plurilingue trovano probabilmente origine nelle loro esperienze quotidiane: il plurilinguismo è spesso accompagnato da interazioni impegnative. Questo rafforza il comportamento comunicativo dei bambini plurilingue.



Un contributo di Stephanie Wermelinger e Moritz M. Daum, Università di Zurigo, Facoltà di psicologia e Jacobs Center for Productive Youth Development


La Svizzera incarna il multilinguismo come nessun altro Paese: quasi la metà dei bambini svizzeri sperimenta più lingue nella vita di tutti i giorni. Questo plurilinguismo influisce sul loro sviluppo sotto molti punti di vista.

 

I bambini plurilingue comunicano in modo diverso

I bambini plurilingue sono più sensibili ai gesti dei loro interlocutori, sono più propensi ad assumere la prospettiva degli altri, cercano più spesso di risolvere i malintesi (Wermelinger et al., 2017), usano i gesti in modo più informativo (Wermelinger et al., 2020) e sono più sensibili ai bisogni comunicativi dei loro interlocutori (Gampe et al., 2018).

 

Come si spiegano queste differenze?

Spieghiamo questi risultati con un nuovo modello teorico: la COMmunicative Experience Perspective (COME; Wermelinger et al., 2024) parte dal presupposto che i bambini sperimentano esperienze comunicative diverse e che queste plasmano il loro comportamento comunicativo. I bambini monolingue crescono in un ambiente comunicativo con una lingua e una cultura. Le interazioni sono spesso efficaci: gli interlocutori si capiscono a vicenda.

 

D’altro canto, i bambini plurilingue spesso sperimentano interazioni inefficaci: l’uso di lingue diverse e di stili di comunicazione legati alla cultura può portare a malintesi e a interruzioni o abbandoni della conversazione.


Per i bambini plurilingue è quindi utile trovare modi e mezzi per farsi capire: dimostrano maggiore sensibilità nei confronti dei/delle loro interlocutori/trici, usano più gesti e sono più propensi a riconoscere quando le cose non vanno bene. Di conseguenza, i bambini plurilingue hanno a disposizione un maggior numero di strumenti comunicativi, che possono utilizzare in modo più flessibile.

 

Il plurilinguismo rende quindi i bambini abili comunicatori e mediatori tra mondi culturali.

 

Riferimenti

  • Gampe, A., Wermelinger, S., & Daum, M. M. (2018). Bilingual children adapt to the needs of their communication partners, monolinguals do not. Child Development, 90(1), 1–10. doi.org/10.1111/cdev.13190

  • Wermelinger, S., Daum, M. M., & Gampe, A. (2024). From everyday exposure to pragmatic mastery: The COME perspective. International Review of Pragmatics, 16(1), 149–161. doi.org/10.1163/18773109-01601006 

  • Wermelinger, S., Gampe, A., & Daum, M. M. (2017). Bilingual toddlers have advanced abilities to repair communication failure. Journal of Experimental Child Psychology, 155. doi.org/10.1016/j.jecp.2016.11.005 

  • Wermelinger, S., Gampe, A., Helbling, N., & Daum, M. M. (2020). Do you understand what I want to tell you? Early sensitivity in bilinguals’ iconic gesture perception and production. Developmental Science, 23(e12943), 1–14. doi.org/10.1111/desc.12943 

 

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