In una lettera aperta e in una conferenza stampa, quattro organizzazioni di categoria di tutte le regioni linguistiche che si occupano di educazione e custodia complementare alla famiglia chiedono alle autorità di intervenire. Chiedono che la professionalizzazione del personale educativo e la lotta contro la carenza di personale qualificato siano affrontate con misure concrete e misurabili, alfine di garantire la qualità a beneficio dei bambini.
La Piattaforma romanda per l’accoglienza dell’infanzia (Pro Enfance), l’Associazione delle strutture d’accoglienza per l’infanzia della Svizzera italiana (ATAN), la Federazione ticinese delle famiglie diurne (FTFD) e la Federazione svizzera delle strutture di accoglienza per l’infanzia (kibesuisse) ribadiscono da tempo l’importanza della qualità nell’educazione e accoglienza per l’infanzia (nidi d’infanzia, strutture di accoglienza extrascolastica, famiglie diurne). La situazione del settore è grave e si è ormai mutata in crisi, i cui effetti si fanno sentire in tutte le regioni della Svizzera. Per questo motivo le quattro associazioni hanno deciso di unire le forze, presentando la loro lettera aperta alle autorità in una conferenza stampa congiunta tenutasi lo scorso 4 settembre.
L’appello è rivolto in particolare alla Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS), alla Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), nonché ai parlamenti e ai governi cantonali. Le organizzazioni di settore considerano tre misure fondamentali per la professionalizzazione e la lotta alla carenza di personale qualificato nel settore:
Professionalizzazione
Modelli di finanziamento che consentano di avere il 100% di dipendenti con una formazione di base completa e riconosciuta a livello federale e un ulteriore 50% di dipendenti in possesso di un diploma di livello terziario entro il 2030.
Modelli di finanziamento uniformi per tutte e tre le forme di accoglienza (nidi d’infanzia, strutture di accoglienza extrascolastica e famiglie diurne).
Il personale non formato deve essere escluso dal calcolo della chiave di ripartizione.
Combattere la carenza di personale qualificato
Modelli di finanziamento sostenibili per garantire le ore di lavoro destinate alle attività pedagogiche dirette con i bambini, ma anche quelle necessarie alla preparazione, alla collaborazione con le famiglie e alla formazione continua.
Coordinamento tra le varie scuole professionali, le organizzazioni professionali e collaborazione su scala cantonale, intercantonale e nazionale al fine di incrementare il numero di professionisti formati (AFC, SSS e SUP).
Fidelizzazione del personale educativo attraverso stipendi più alti e migliori condizioni di lavoro.
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